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Quando un'arte può diventare strumento in un incontro terapeutico?
Dando importanza all'esperienza ed al processo svolto in un ambiente non giudicante, ogni espressione e sentimento può trovare valore e diritto di esistere. E' la soggettività della persona che trova spazio e ascolto, prim'ancora che interpretazione e significato. Punto di partenza e di esperienza è la relazione terapeutica stessa, non la realizzazione di un prodotto e di un opera.
Utilizzare uno strumento artistico può favorire la possibilità di esprimerci, di dare valore e forma al nostro modo di sentire, prendendo coscienza e arricchendo il modo di percepire noi stessi, arrivando a concepirci forse con una possibilità in più. Il canale artistico ci consente di fare direttamente esperienza di questo. Le esperienze suggerite partono dalla natura del proprio modo di essere, in una particolare dimensione di rispecchiamento che l'arte ci offre, prendendo contatto con se stessi, dando valore ad un intimo personale intento espressivo.
L'ottica utilizzata si basa sull'approccio Psicofisiologico Bio-esistenzialista (Prof. Vezio Ruggieri- A.E.P.C.I.S.)
E' possibile prenotarsi su appuntamento.
Gli incontri sono una specificità dell'incontro di base delle consulenze psicologiche, individuali e di gruppo.
E' possibile attivare dei percorsi di arteterapia anche per gruppi di associazioni ed altre organizzazioni e strutture pubbliche e private.
Diana Magri
psicologa e arteterapeuta
iscritta all'Ordine degli Psicologi Lazio
3332264516
[email protected]
Dando importanza all'esperienza ed al processo svolto in un ambiente non giudicante, ogni espressione e sentimento può trovare valore e diritto di esistere. E' la soggettività della persona che trova spazio e ascolto, prim'ancora che interpretazione e significato. Punto di partenza e di esperienza è la relazione terapeutica stessa, non la realizzazione di un prodotto e di un opera.
Utilizzare uno strumento artistico può favorire la possibilità di esprimerci, di dare valore e forma al nostro modo di sentire, prendendo coscienza e arricchendo il modo di percepire noi stessi, arrivando a concepirci forse con una possibilità in più. Il canale artistico ci consente di fare direttamente esperienza di questo. Le esperienze suggerite partono dalla natura del proprio modo di essere, in una particolare dimensione di rispecchiamento che l'arte ci offre, prendendo contatto con se stessi, dando valore ad un intimo personale intento espressivo.
L'ottica utilizzata si basa sull'approccio Psicofisiologico Bio-esistenzialista (Prof. Vezio Ruggieri- A.E.P.C.I.S.)
E' possibile prenotarsi su appuntamento.
Gli incontri sono una specificità dell'incontro di base delle consulenze psicologiche, individuali e di gruppo.
E' possibile attivare dei percorsi di arteterapia anche per gruppi di associazioni ed altre organizzazioni e strutture pubbliche e private.
Diana Magri
psicologa e arteterapeuta
iscritta all'Ordine degli Psicologi Lazio
3332264516
[email protected]
TANGIBILE
Intervento di arteterapia attraverso l’uso della creta
Intervento di arteterapia attraverso l’uso della creta
Attraverso le mani conosciamo il mondo e non smettiamo mai di conoscerlo. Il tatto è uno dei sensi più importanti per entrare in ‘relazione con’ e non a caso è utilizzato come metafora per parlare di modi di essere e di fare con noi stessi e con l’altro.
Durante gli incontri vengono proposte alcune esperienze attraverso la creta, dedicate alla possibilità di vivere la propria gestualità in uno spazio protetto, senza giudizio. L’obiettivo non è il raggiungimento di una forma, ma accompagnare il processo di contatto riconoscendo e restituendo valore ad una forma sincera, per la persona realmente significativa. In questo percorso la creta diventa al contempo matrice e creazione dell’esperienza.
CENNI TEORICI
Il sentimento di soddisfazione, fra i principi fondamentali elaborati da Winnicot, è un punto cardine del percorso proposto. Le esperienze raccolte nel corso del tempo del contatto possono contribuire alla formazione dell’unità dell’esserci, da cui deriva la formazione del piacere di essere al mondo (V. Ruggieri) e la possibilità di partire da sé in modo autentico per entrare in relazione con gli altri.
Gli studi da cui si parte (Silvia Micocci 'Dare Forma attraverso la Creta' 2009, ed. Alpes e 'Dall'informe argilloso alla consapevolezza'. Artiterapie ) hanno dato vita alla possibilità di ampliare una letteratura di riferimento, di creare delle linee guida e griglie di lettura delle differenti modalità e stili che rappresentano il protomentale dei processi di contatto e comunicazione. Attraverso tali letture è possibile intervenire, mediante la materia e le esperienze proposte, lavorando su alcuni bisogni fondamentali, a seconda dell’organizzazione dell’Io, quali il contenimento, l’unione, la separazione, la definizione dei confini, l’elaborazione, la modulazione dello stile di contatto, dove possibile, verso una modulazione ed un ampliamento della gamma gestuale, perchè quest’ultima consenta d’iscrivere nella propria rappresentazione di sè nuove esperienze e risorse verso una più ampia flessibilità e stabilità.
Quando lavoriamo con un materiale come la creta teniamo in considerazione alcuni aspetti fondamentali che tale lavoro può attivare: tematiche relative alla costanza oggettuale ed a vissuti di separazione; impossibilità nel compimento di alcuni tipi di contatto sul pezzo di argilla, necessari al mantenimento ed all’integrazione dell’Io, in uno stato probabilmente di sforzo e fatica; espressione di una gestualità fino ad allora cristallizzata e dunque espressione di vissuti fino ad allora silenti; ansia e bisogno di definizione precoce; impossibilità nel modulare tensioni relative al contatto. Ancora l’uso della creta è un mezzo diagnostico per evidenziare gli stili di contatto del soggetto.
L’ottica utilizzata si basa sull’approccio psicofisiologico bioesistenzialista del Prof. V.Ruggieri (A.E.P.C.I.S.) e sugli studi della dottoressa Silvia Micocci relativi alla creta.
OBIETTIVI GENERALI
Creare delle possibilità di accogliere e stare, anche lì dove il contatto risulta essere in un primo momento evitato, ambiguo o insicuro; far sperimentare le possibilità di azione e rispecchiamento che il materiale ci offre, prendere contatto con il proprio modo di essere e cercare, ove possibile, un’arricchimento delle modalità in entrare in relazione con la materia e quindi con se stessi e gli altri, facendo esperienze di fiducia, dove sono accolti, nel gioco, diversi gesti contestualizzati nella persona e nel suo intento espressivo.
Quello proposto è un percorso di contatto con i propri gesti attraverso un materiale che permette di sperimentare condizioni di conoscenza e di facilitare dei processi di integrazione. Obiettivo del percorso non è la realizzazione di un prodotto ma la possibilità di vivere ed alimentare un processo creativo proprio dell'essere umano, favorendo quello che Winicott chiama riposo creativo. A partire dal gesto personale del partecipante si propongono esperienze di esplorazione del materiale argilloso per dare valore al proprio sentire, senza fretta nè sforzo. I partecipanti sono guidati alla scoperta del proprio immaginario, attraverso indicazioni e proposte che non impongono forme precostituite cui aderire, ma accompagnano nell'esplorazione e scoperta di gesti personali ed arcaici, universali da cui sorge continuamente un modo unico e irripetibile di esprimersi: quello della soggettività.
Questo stato di riposo creativo e di contatto con sè diventa grande fonte di conoscenza ed espressione.
Il percorso si articola a seconda dell’utenza, del tipo di contesto e di domanda e può dispiegarsi come intervento di sostegno terapeutico.
Materiali usati: creta e tappeto di plastica per proteggere il pavimento. Possono essere introdotti altri materiali tattili.
Durante gli incontri vengono proposte alcune esperienze attraverso la creta, dedicate alla possibilità di vivere la propria gestualità in uno spazio protetto, senza giudizio. L’obiettivo non è il raggiungimento di una forma, ma accompagnare il processo di contatto riconoscendo e restituendo valore ad una forma sincera, per la persona realmente significativa. In questo percorso la creta diventa al contempo matrice e creazione dell’esperienza.
CENNI TEORICI
Il sentimento di soddisfazione, fra i principi fondamentali elaborati da Winnicot, è un punto cardine del percorso proposto. Le esperienze raccolte nel corso del tempo del contatto possono contribuire alla formazione dell’unità dell’esserci, da cui deriva la formazione del piacere di essere al mondo (V. Ruggieri) e la possibilità di partire da sé in modo autentico per entrare in relazione con gli altri.
Gli studi da cui si parte (Silvia Micocci 'Dare Forma attraverso la Creta' 2009, ed. Alpes e 'Dall'informe argilloso alla consapevolezza'. Artiterapie ) hanno dato vita alla possibilità di ampliare una letteratura di riferimento, di creare delle linee guida e griglie di lettura delle differenti modalità e stili che rappresentano il protomentale dei processi di contatto e comunicazione. Attraverso tali letture è possibile intervenire, mediante la materia e le esperienze proposte, lavorando su alcuni bisogni fondamentali, a seconda dell’organizzazione dell’Io, quali il contenimento, l’unione, la separazione, la definizione dei confini, l’elaborazione, la modulazione dello stile di contatto, dove possibile, verso una modulazione ed un ampliamento della gamma gestuale, perchè quest’ultima consenta d’iscrivere nella propria rappresentazione di sè nuove esperienze e risorse verso una più ampia flessibilità e stabilità.
Quando lavoriamo con un materiale come la creta teniamo in considerazione alcuni aspetti fondamentali che tale lavoro può attivare: tematiche relative alla costanza oggettuale ed a vissuti di separazione; impossibilità nel compimento di alcuni tipi di contatto sul pezzo di argilla, necessari al mantenimento ed all’integrazione dell’Io, in uno stato probabilmente di sforzo e fatica; espressione di una gestualità fino ad allora cristallizzata e dunque espressione di vissuti fino ad allora silenti; ansia e bisogno di definizione precoce; impossibilità nel modulare tensioni relative al contatto. Ancora l’uso della creta è un mezzo diagnostico per evidenziare gli stili di contatto del soggetto.
L’ottica utilizzata si basa sull’approccio psicofisiologico bioesistenzialista del Prof. V.Ruggieri (A.E.P.C.I.S.) e sugli studi della dottoressa Silvia Micocci relativi alla creta.
OBIETTIVI GENERALI
Creare delle possibilità di accogliere e stare, anche lì dove il contatto risulta essere in un primo momento evitato, ambiguo o insicuro; far sperimentare le possibilità di azione e rispecchiamento che il materiale ci offre, prendere contatto con il proprio modo di essere e cercare, ove possibile, un’arricchimento delle modalità in entrare in relazione con la materia e quindi con se stessi e gli altri, facendo esperienze di fiducia, dove sono accolti, nel gioco, diversi gesti contestualizzati nella persona e nel suo intento espressivo.
Quello proposto è un percorso di contatto con i propri gesti attraverso un materiale che permette di sperimentare condizioni di conoscenza e di facilitare dei processi di integrazione. Obiettivo del percorso non è la realizzazione di un prodotto ma la possibilità di vivere ed alimentare un processo creativo proprio dell'essere umano, favorendo quello che Winicott chiama riposo creativo. A partire dal gesto personale del partecipante si propongono esperienze di esplorazione del materiale argilloso per dare valore al proprio sentire, senza fretta nè sforzo. I partecipanti sono guidati alla scoperta del proprio immaginario, attraverso indicazioni e proposte che non impongono forme precostituite cui aderire, ma accompagnano nell'esplorazione e scoperta di gesti personali ed arcaici, universali da cui sorge continuamente un modo unico e irripetibile di esprimersi: quello della soggettività.
Questo stato di riposo creativo e di contatto con sè diventa grande fonte di conoscenza ed espressione.
Il percorso si articola a seconda dell’utenza, del tipo di contesto e di domanda e può dispiegarsi come intervento di sostegno terapeutico.
Materiali usati: creta e tappeto di plastica per proteggere il pavimento. Possono essere introdotti altri materiali tattili.